Che cosa sono i menischi?
I menischi sono strutture fibrocartilaginee, che si trovano all’interno del ginocchio tra la tibia (l’osso principale della gamba) e il femore (l’osso della coscia). In ogni ginocchio ci sono due menischi, uno interno (o mediale) e uno esterno (o laterale).
Le funzioni principali dei menischi sono:
1) Ammortizzare i traumi a livello del ginocchio, come due veri e propri cuscinetti
2) Distribuire i carichi all’interno del ginocchio
3) Dare stabilità al ginocchio
4) Proteggere la cartilagine articolare (N.B. la cartilagine è il rivestimento interno di tutte le articolazioni, che ne permette un movimento fluido)
Lesione dei menischi
I menischi purtroppo si possono lesionare a causa di:
1) Una distorsione di ginocchio
2) Un’iperflessione del ginocchio (ad esempio mentre ci si accovaccia)
3) Malformazioni congenite (ad esempio il menisco discoide)
4) Degenerazione della fibrocartilagine di cui sono costituiti (a causa dell’età, artrosi, etc.)
5) Lesioni legamentose concomitanti o instabilità del ginocchio (ad esempio la rottura acuta o cronica del legamento crociato anteriore predispone a lesioni meniscali)
Sintomatologia delle lesioni meniscali
Una lesione del menisco può essere asintomatica e rappresentare un riscontro occasionale, ad esempio a seguito di una Risonanza Magnetica eseguita per altre ragioni. Le lesioni asintomatiche solitamente non necessitano di alcun tipo di trattamento. Tuttavia spesso le lesioni meniscali causano dei sintomi al paziente. Il quadro clinico con cui le lesioni meniscali si presentano può variare da soggetto a soggetto.
Tra i sintomi più comuni si ritrovano:
1) Dolore a livello dell’articolazione (esterno o interno, a seconda del menisco sofferente), soprattutto durante i massimi gradi di flessione o estensione
2) Idrartro (gonfiore o “acqua nel ginocchio”, come comunemente riferiscono i pazienti)
3) Instabilità (il paziente riferisce cedimenti del ginocchio, che talvolta non è in grado di sostenere il peso corporeo)
4) Blocchi articolari (il ginocchio non è in grado di estendersi completamente, come se qualcosa all’interno ne bloccasse il movimento).
Come si fa diagnosi di lesione meniscale?
La storia clinica del paziente e l’esame clinico condotto dal chirurgo ortopedico indirizzano solitamente verso il sospetto di lesione meniscale. Nella grande maggioranza dei casi è necessaria una radiografia in due proiezioni (antero-posteriore e laterale) del ginocchio per escludere patologie di natura ossea. In casi selezionati, può essere necessaria una teleradiografia sotto carico degli arti inferiori (radiografia dall’anca alla caviglia) per valutare eventuali anomalie dell’asse di tutto l’arto inferiore.L’esame più preciso per individuare lesioni meniscali rimane tuttora la Risonanza Magnetica, che permette molto spesso di evidenziare la lesione del menisco e di fornire importanti informazioni per il trattamento della stessa. Tuttavia, in una piccolissima percentuale di casi, la Risonanza Magnetica può non diagnosticare la lesione meniscale o, al contrario, evidenziare lesioni che non trovano riscontro al momento dell’intervento chirurgico. In rarissimi casi, può pertanto essere necessario ripetere la Risonanza Magnetica a distanza di qualche settimana.
N.B. E’ importante differenziare lesioni meniscali “degenerative” (menisco consumato nel corso degli anni) dalle lesioni meniscali traumatiche (determinate da un trauma descritto dal paziente). Le prime raramente necessitano di un intervento chirurgico in artroscopia: spesso sono associate a degenerazione e/o danno della cartilagine, che sono causa di parte del dolore (vedi artrosi di ginocchio).
Come si tratta una lesione del menisco?
I possibili trattamenti per una lesione meniscale sono i seguenti:
1. Trattamento conservativo
2. Meniscectomia artroscopica
3. Sutura artroscopica
1) Trattamento conservativo.
Il trattamento conservativo si avvale di:
• Riposo funzionale
• Applicazione della borsa del ghiaccio
• Assunzione di farmaci anti-infiammatori non steroidei
• Eventuale fisioterapia (recupero della motilità, rinforzo muscolare e ginnastica propriocettiva)
La terapia conservativa è in genere indicata come prima linea di trattamento in tutti i casi di lesione meniscale non suturabile. Quando una rottura del menisco non può essere suturata (a causa dell’età del paziente e delle caratteristiche della lesione stessa), il trattamento conservativo è in grado di alleviare i sintomi del paziente in una considerevole percentuale di casi.
2) Meniscectomia artroscopica
In caso di fallimento del trattamento conservativo, può essere indicata una meniscectomia artroscopica. Durante tale procedura, attraverso due piccole incisioni di meno di 1 cm (portali), si inseriscono nel ginocchio una telecamera e degli strumenti appositi. La porzione lesionata del menisco viene rimossa, in modo da eliminare il dolore del paziente. L’intervento viene eseguito in anestesia locale (mediante iniezione di anestetico locale a livello dei portali e all’interno del ginocchio) o in anestesia spinale (mediante iniezione di anestetico locale a livello della colonna lombare, addormentanto pertanto gli arti inferiori). Il paziente viene generalmente dimesso il giorno stesso, senza particolari limitazioni o restrizioni. Infatti si incoraggia il paziente ad appoggiare il peso sul ginocchio operato e a iniziare la flesso-estensione del ginocchio fin da subito. Talvolta l’utilizzo di stampelle è raccomandato per 4-5 giorni, a scopo antalgico.
3) Sutura Meniscale
Date le importanti funzioni dei menischi (vedi sopra), quando possibile, le lesioni meniscali vanno suturate. Purtroppo solo in casi selezionati si può eseguire una sutura meniscale. La possibilità o meno di suturare una lesione meniscale dipende dalle caratteristiche della lesione stessa e dal paziente.
Si possono suturare lesioni:
• Recenti (meno di 4-6 settimane)
• Verticali-longitudinali
• In pazienti giovani (meno di 40 anni di età) e collaboranti con il programma post-operatorio.
• Con un buon tessuto fibrocartilagineo (non pertanto lesioni degenerative)
• Localizzate nella regione periferica del menisco (che è quella più vasolarizzata)
La sutura meniscale si esegue in anestesia spinale o generale. Per alcune lesioni (ad esempio quelle del corno posteriore dei menischi) l’intervento può essere eseguito esclusivamente in artroscopia. Per lesioni del tratto intermedio o del corno anteriore, può essere necessaria una ulteriore incisione di 4 cm circa (oltre ai 2 classici portali artroscopici) sulla faccia esterna o interna del ginocchio, a seconda di quale sia il menisco lesionato. Durante questa procedura il menisco non viene rimosso, ma vengono dati dei punti a livello della lesione. Nel periodo post-operatorio è pertanto richiesto un protocollo riabilitativo particolare, che permetta al menisco di guarire e di cicatrizzare. Il protocollo varia a seconda del tipo di lesione, ma solitamente si utilizza un tutore di ginocchio per 6 settimane. Per le prime 3 settimane il tutore può essere bloccato a 20 gradi di flessione, senza che il paziente possa caricare sull’arto operato. Dalla 3° alla 6° settimana, il tutore viene sbloccato (permettendo una flesso-estensione da 0° a 90°) e può essere concesso un carico parziale. Dalla 6° settimana, il tutore può essere rimosso e il carico totale concesso.